Dall’atomizzazione alla sinergia: L’interdisciplinarità come ponte sociale

Dall’atomizzazione alla sinergia: L’interdisciplinarità come ponte sociale

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Mentre la società si sta polarizzando e sta diventando sempre più frammentata socialmente, politicamente ed economicamente, c’è una tendenza opposta nel mondo intellettuale: nonostante l’atomizzazione dei saperi in numerosissimi ambiti di conoscenza specializzati, oggi si osserva una crescente interconnessione tra essi. Questa interdisciplinarità può essere vista come una risposta alla complessità e alle sfide che la società postmoderna affronta. Mentre la specializzazione ha portato a una profonda conoscenza in ambiti specifici, l’interdisciplinarità consente di combinare e mettere in relazione saperi specifici. Questo offre una visione più ampia e complessiva dei problemi e delle questioni che affrontiamo sotto ogni profilo. Infatti, sempre più scienziati collaborano con filosofi per esplorare le implicazioni etiche delle loro scoperte e sviluppare linee guida per l’utilizzo responsabile delle nuove tecnologie. Ad esempio, nell’ambito della ricerca sull’intelligenza artificiale, i filosofi possono contribuire a definire i principi morali e le norme etiche che dovrebbero guidare lo sviluppo e l’implementazione di queste tecnologie. Gli storici e gli antropologi possono lavorare con gli scienziati per comprendere meglio i contesti culturali e storici in cui si sono sviluppate determinate teorie o idee scientifiche. Questo tipo di collaborazione può portare a una comprensione più approfondita delle influenze culturali sulla scienza e sulla tecnologia, evidenziando l’importanza di considerare il contesto sociale e culturale nel quale si sviluppano le scoperte scientifiche. La scienza e la tecnologia sono spesso guidate dalla ricerca di nuove scoperte, innovazioni e soluzioni pratiche: è importante considerare le implicazioni etiche, sociali e culturali di tali questioni. È qui che entrano in gioco i saperi umanistici, come la filosofia, l’etica, la sociologia, la storia e l’antropologia. Inoltre, i saperi umanistici possono fornire una prospettiva critica sulla scienza e la tecnologia, mettendo in discussione le presupposizioni implicite e i paradigmi dominanti. Per fare un altro esempio, la sociologia della scienza esamina come le strutture sociali e le dinamiche di potere influenzino la produzione e la diffusione del sapere scientifico. Questo tipo di analisi critica può aiutare a evitare di affrontare eventuali bias o disuguaglianze presenti nella pratica scientifica.

In questa cornice, le divisioni politiche e ideologiche hanno contribuito a una crescente polarizzazione della maggior parte delle società occidentali. Negli Stati Uniti, ad esempio, le elezioni presidenziali del 2016 e del 2020 hanno esacerbato le divisioni politiche e ideologiche nel paese. La retorica politica polarizzante e le posizioni estreme hanno spesso portato a una maggiore frammentazione sociale. Famiglie e amicizie sono state divise da forti disaccordi politici, con conseguente rottura delle relazioni o addirittura del dialogo. Anche in Italia, si possono osservare dinamiche simili, in particolare in relazione a questioni come l’immigrazione, l’economia e l’Europa. Soprattutto in periodi di crisi come quello che stiamo vivendo, in seguito alla pandemia di COVID-19, all’emergenza climatica e alle ripercussioni dovute al conflitto russo-ucraino,  le tensioni tra differenti gruppi sociali, come i disoccupati, le imprese in difficoltà e i beneficiari del reddito di cittadinanza, possono essere alimentate da discorsi politici polarizzanti e dalla ricerca di capri espiatori. I movimenti populisti e sovranisti, che si sono diffusi in Occidente negli ultimi anni, possono alimentare e sfruttare queste divisioni per creare una base di consenso e sostegno. Questi movimenti spesso adottano una retorica polarizzante, enfatizzando le differenze e alimentando l’odio sociale verso gruppi o individui considerati “altro” o “nemici”: questo radicalizza inevitabilmente le posizioni. Queste tendenze politiche hanno ricevuto un certo sostegno popolare. Le ragioni del successo di tali movimenti  possono variare da paese a paese. Tuttavia, è importante riconoscere che parte della responsabilità di tale condizione va riscontrata nell’intolleranza verso l’intellettualismo, che deriva da una percezione di distacco o alienazione tra le élite intellettuali e la popolazione: insoddisfazione che i movimenti populisti hanno saputo sfruttare adottando una retorica che si pone come portavoce delle preoccupazioni e delle frustrazioni della gente comune. È  importante sfidare tale retorica, che semplifica la realtà e alimenta l’odio sociale,  promuovendo un dibattito basato su fatti, dati e argomentazioni razionali, nel tentativo di smantellare i pregiudizi e a creare una base di comprensione condivisa.

È interessante notare come la dicotomia tra “intellettualismo radical chic” e “masse” sia una semplificazione che può contribuire a ulteriori divisioni nella società.

Tra le cause di questa crisi sociale convivono, dunque,  una serie di fattori, tra cui la globalizzazione, l’aumento delle disuguaglianze economiche, l’accesso illimitato alle informazioni tramite i mezzi di comunicazione e i social media, nonché la crescente complessità dei problemi che la società affronta costantemente.

Insomma, mentre la società si divide e frammenta sempre di più, nel mondo intellettuale si sta sviluppando una tendenza opposta, caratterizzata da una interconnessione tra saperi diversi; una sorta di risposta alla complessità e alle sfide della società postmoderna, attraverso l’unione del pensiero degli intellettuali, che può contribuire a generare nuove idee, approcci e soluzioni innovative. Attraverso la collaborazione e lo scambio di conoscenze, possono emergere prospettive più ampie e articolate che vanno al di là delle divisioni e delle polarizzazioni che abbiamo trattato. Affrontare questa situazione richiede un impegno da parte di tutti i membri della società, inclusi gli intellettuali, i leader politici e la popolazione tutta. È fondamentale promuovere il dialogo, il rispetto reciproco e la comprensione delle diverse prospettive. La costruzione di ponti e l’encouraging di una comunicazione aperta e inclusiva può contribuire a superare le divisioni e promuovere una società più coesa.

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Autore

  • Marcello Martena

    Classe 1983, docente di Italiano e Storia nella scuola secondaria di secondo grado - Presidente e fondatore di Sharing Lab - Manager e formatore con pluriennale esperienza nella gestione delle dinamiche di gruppo e delle risorse umane.

 

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