Il Suono della distanza: umani in concerto

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Abbiamo tutti desiderato ardentemente che fosse un incubo.

Ma lentamente è diventato realtà.

Stiamo vivendo tutto in sordina, l’eco del tempo che passa e noi che lo stiamo a guardare. Non possiamo fare altro.

Passiamo giornate assolutamente positive alternate a momenti di sconforto totale.

Ci sentiamo forti e sicuri di noi e allo stesso tempo indifesi e impauriti.

In questo periodo abbiamo inventato di tutto capendo che non siamo poi così diversi, che siamo in grado di impiegare il nostro tempo anche lontani dal lavoro, anche costretti in casa, anche senza la nostra routine e, semplicemente, ne abbiamo creata una nuova. Banale sì, ma abbiamo imparato ad apprezzare il tempo coi nostri figli, coi nostri genitori, coi nostri compagni e qualcuno, i più coraggiosi ma meno fortunati, ha imparato cosa vuol dire stare completamente da solo.

Non ci siamo dati per vinti, ognuno di noi, ha fatto qualcosa.

E non importa se ci siamo ammazzati di serie tv su Netflix o di workout devastanti, se abbiamo impastato la pizza o abbiamo comprato quella surgelata, c’è una cosa che comunque, più di ogni altra, ha accomunato le nostre giornate.

Che fosse la colonna sonora di un film, o l’ultima hit che passava alla radio, che fosse la base di un tik tok o l’inno d’Italia cantato dal balcone di casa.

Che fosse allegra, divertente, strappalacrime, stonata, urlata a squarciagola o cantata alla perfezione dal vicino di casa che adora il karaoke.

Che fosse quel pezzo che “Questa non la sentivo da una vita” o “Ma questa quando è uscita?”, pensateci un attimo: la musica è sempre stata con noi. In ogni singolo istante, con ognuno di noi.

E c’è sempre stata è vero, esiste da millenni e tutti la abbiamo sempre ascoltata con totale naturalezza, ma provate a pensare per un solo attimo come sarebbe stato, ora più che mai, un mondo senza musica?

Sarebbe stato un mondo pieno di un silenzio assordante.

È che tante, troppe cose, le diamo per scontate, ma non lo sono.

E non importa se siete appassionati di rock, di jazz o di pop… i nostri musicisti preferiti non ci hanno lasciati soli neanche per un momento, non hanno mai smesso di credere nel potere della loro arte e, seppure inconsciamente, neanche noi.

Ci sono gruppi che si sono riuniti dopo anni, che hanno cantato dai salotti delle loro case, dalle piazze deserte, da stadi avvolti nel silenzio ma hanno cantato per noi.

Per farci sentire meno soli, perché in fondo la bellezza della musica è tutta lì. Nel suo tenerci compagnia sempre.

All’ora dell’aperitivo, dolce e soffusa, o nella notte, scatenata e travolgente. Quando andiamo a correre per darci la carica, mentre facciamo yoga per rilassarci, durante una cena come sottofondo.

E in tutti quei momenti in cui non ce ne accorgiamo ma lei è sempre lì, la colonna sonora della nostra vita.

E credetemi se vi dico che se ci pensate bene, in questi due mesi la musica vi ha salvato, che voi ne siate degli appassionati oppure no.

Quando vi siete svegliati col piede sbagliato e avete sparato a tutto volume i Guns o i Red, o quando i vostri figli erano ingestibili e avete deciso di ballare con loro le canzoncine di Peppa Pig, quando la sera prima di dormire avete messo su quel pezzo rilassante estrapolato dal Buddha Bar per conciliare il sonno, o quando il vostro compagno vi ha preparato una cena romantica sulle note di Bublé.

E pensate ancora di più a loro: ai musicisti, ai cantanti e ai cantautori che ogni giorno vi hanno tenuti vivi con le dirette su Instagram e Facebook o che erano comunque lì, col pezzo giusto, nel momento giusto.

Ecco cosa credo che più di tutto ricorderò di questa quarantena, quanta musica ho ascoltato. Quanta ne ho ascoltata forse per la prima volta, con la consapevolezza di sentire davvero quello che le anime dei compositori hanno da dire. Quanta musica ho scoperto e riscoperto e soprattutto quanto la musica sia legata indissolubilmente a tutti i ricordi, tristi o felici che siano, e a tutti gli avvenimenti della nostra vita.

Perché in fondo, pensateci bene di nuovo, in quale momento della vostra vita avete un ricordo senza un sottofondo musicale?

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